Ligeia - 1 

 

Lettura di Mela Boev

Il racconto narra di un uomo anziano e della sua ossessione per l’amore della sua vita: la bella e colta Ligeia, morta troppo presto. Quando si risposa, però, il ricordo dell’amata non scompare e, alla morte della seconda moglie, qualcosa di inspiegabile avviene…

Dall’incipit del libro:

Sul mio onore, non mi riesce di ricordarmi come quando e persino dove feci la conoscenza di lady Ligeia. Da allora sono passati molti anni, e il molto soffrire mi ha indebolito la memoria. O, forse, non posso più rievocare ora quei momenti perché, in verità, l’indole della mia amata, il suo raro sapere, il tipo singolare eppur calmo della sua bellezza, e la vibrante, penetrante eloquenza del suo parlare profondo e musicale, si fecero strada nel mio cuore in modo così costante e furtivo ch’io non vi badai e non ne ebbi conoscenza. Credo tuttavia di averla incontrata per la prima volta e molto spesso di poi in un’antica grande città che cadeva in rovina sulle rive del Reno. Certamente l’ho sentita parlare della sua famiglia: non si può mettere in dubbio che risalisse a un’epoca antichissima. Ligeia! Ligeia! Sepolto in istudi di un genere più di ogni altro adatto a smorzare le impressioni del mondo esteriore, è soltanto pronunciando quella dolce parola – Ligeia – che posso riportare agli occhi della fantasia l’immagine di lei che non è più. E ora, mentre scrivo, mi balena il ricordo che non ho mai saputo il nome della sua famiglia, di lei che fu la mia amica e la mia promessa e diventò la compagna dei miei studi e finalmente la sposa del mio cuore. Fu forse per qualche bizzarro capriccio, oppure per mettere a prova la forza del mio affetto, che Ligeia mi ingiunse di non far alcuna ricerca su questo punto? O non fu piuttosto un mio capriccio, un’offerta disperatamente romantica sull’altare del culto più appassionato? Non ricordo la cosa che confusamente; c’è dunque da stupirsi se ho dimenticato completamente le circostanze che la determinarono o l’accompagnarono? E veramente, se mai lo spirito romantico, se mai il pallido Ashtophet dalle ali tenebrose dell’idolatra Egitto, ha presieduto, come dicono, ai matrimoni nati sotto una sinistra stella, senza alcun dubbio egli ha presieduto al mio.

 

 

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