Teresa

Il romanzo Teresa del 1886, fa parte della trilogia che comprende anche Lydia (1887) e L’indomani (1889).
In un mondo provinciale dove prosperano l’ipocrisia e il pettegolezzo, la volontà della protagonista di unirsi in matrimonio con l’innamorato Egidio Orlandi è ostacolata dal padre per futili motivi economici. L’obbedienza familiare unita al peso delle convenzioni sociali condizionano il suo atteggiamento, costringendola a rinunciare al suo sogno. Nel tempo, però crescerà in lei la consapevolezza e la forza di reagire alle imposizioni.
Una visione completa sulle condizioni e il ruolo della donna alla fine dell’ottocento.

Dall’incipit del libro:

— Coraggio, figliuoli, coraggio.
— Ne abbiamo, signor sindaco, ma la faccenda è brutta assai; temo l’abbia da andar male per tutti.
Chi rispondeva così alla grande autorità del paese, era il vecchio Toni, l’anziano dei barcaiuoli, che di piene ne aveva vedute parecchie, e crollava il testone grigio arruffato, sul quale stava in permanenza il tradizionale berretto rosso dei paroni del Po.
— Noi facciamo il nostro dovere, Toni, e il resto alla provvidenza.
Toni non rispose; si rimise al lavoro, insieme agli altri barcaiuoli e operai; tutti intenti a trasportare fascine, sacchi di terra, cocci, mattoni, ciottoli per far argine al fiume.
— Santo Iddio! — esclamò il sindaco, con un accento metà di bestemmia e metà di preghiera — guardando il fiume che ingrossava sempre.
La notte era nera, con un cielo minaccioso, gravido di pioggia. Era piovuto tutto il giorno — pioveva da trentaquattro giorni.
La pietra sulla quale erano segnati i gradi d’altezza delle precedenti inondazioni, era già tutta coperta. Il fiume saliva con una lentezza implacabile, colla calma feroce di un mostro che è sicuro della sua preda. Aveva invaso l’argine basso; ora toccava l’orlo dell’argine superiore, spumeggiando, con un brontolìo sordo.