Manoscritto trovato in una bottiglia

 

Quello che comincia come un semplice viaggio in mare nelle acque indonesiane diventa un incubo senza fine: unico superstite, il protagonista si ritrova scagliato su una misteriosa nave dove nessuno lo vede, e che sembra diretta verso il nulla.

Sinossi di Anna Mate

Dall’incipit del libro:

Non ho molto da dire del mio paese e della mia famiglia. I cattivi trattamenti, e il passar degli anni, mi hanno cacciato da quello e reso estraneo all’altra.
Il mio patrimonio ereditario mi permise di procacciarmi un’educazione non comune, e il mio spirito contemplativo di classificare con metodo il materiale che lo studio precoce aveva diligentemente raccolto. Più di ogni altra cosa le opere dei filosofi tedeschi mi procurarono grandi delizie; non per una sconsigliata ammirazione della loro follia eloquente, ma per la facilità che mi davano le mie abitudini di pensiero rigoroso, di scoprire le loro falsità. Sono stato spesso rimproverato dell’aridità del mio ingegno; la mancanza di fantasia mi è stata imputata come un delitto, e il pirronismo delle mie opinioni mi ha sempre dato notorietà. Temo invero che una forte inclinazione per la filosofia fisica abbia comunicato alla mia mente uno degli errori più comuni del secolo, voglio dire quello di riportare ai principi di questa scienza anche le circostanze meno suscettibili di tale rapporto. In fondo nessuno poteva essere meno soggetto di me a lasciarsi trascinare oltre i severi recinti del vero dagli “ignes fatui” della superstizione. Ho creduto bene premettere tutto questo, perché il racconto incredibile che sto per fare non venga attribuito all’esaltazione di una cruda fantasia piuttosto che all’esperienza positiva di una mente per la quale gli abbagli dell’immaginazione non sono mai esistiti.

Traduzione di Delfino Cinelli.